La battaglia di Castelfidardo

E il mattino del 18 settembre 1860 e sulle colline e nei dintorni di Monte Oro nelle Marche sta per svolgersi uno degli scontri risorgimentali che, sebbene non particolarmente spettacolare,  si rivelera determinante per il cammino delle truppe italiane nella riunificazione dell'Italia.

Al comando delle forze papaline abbiamo il Generale DeLamorciere che imposta le direttive di massima coadiuvato dal Generale DePimodan, a capo del fior fiore delle truppe papaline (cacciatori, carabinieri e zuavi). Sull'altro fronte un concentratissimo Generale Cialdini, assegna compiti di ordinanza al suo aiutante di campo il colonnello Avenati.

 

Sono le 12,30 quando Avenati a capo di 3 battaglioni di Bersaglieri, 3 Squadroni di Lancieri e una Batteria, si spinge a gran velocità verso Crocette, lungo la strada maestra e in poco meno di un'ora si trova sulla riva del fiume Aspio dove già a distanza scorge le colonne Papaline che si appropinquano proprio verso l'incrocio a Nord-Est che si innesta con la strada che porta ad Ancona, sede di una forte guarnigione Austriaca, e luogo di ricovero per gli alleati Pontifici.

 

Il Cialdini, invece con calma, prende la strada per Castelfidardo, assieme ai 2 Reggimenti di Linea Piemontese e una batteria di obici.

 

Il DeLamoriciere stabilisce di entrare in 2 colonne e puntare dritto per dritto verso l'incrocio per Ancona, ma affida la protezione del suo fianco sinistro ad un Generale (il De Pimodan) che per sua natura non si tira indietro quando si tratta d'ingaggiar battaglia. Ed eccolo infatti in poco meno di un'ora e mezzo, prendere possesso del ponte sul fiume Musone, schierarsi in linea e fronteggiare, dopo aver occupato la Fattoria di Casa di Sotto, i Bersaglieri dell'Avenati, appena schierati sulla cresta di un'altura nelle vicinanze della Fattoria. Sono le 13,30 quando si odono i primi schioppi di moschetto. Unico risultato per entrambi gli schieramento: tanto rumore e 2 soldati in crisi respiratoria a causa del troppo fumo.

 

Frattanto Cialdini, effettua con le sue unità, un largo aggiramento sul fianco sinistro pontificio e si scontra con 2 reggimenti di Lancieri improvvisamente spuntati da sud-ovest.

 

L'Avenati, dal canto suo, non forza troppo la mano e mantiene la posizione con i Bersaglieri, ordinando alla sua cavalleria di occupare l'incrocio per Ancona. Il DeLamoriciere esce dalla strada, dopo aver attraversato il ponte sul Musone, rimanendo, però, impantanato nelle risaie a nord del fiume, tipiche di queste regioni, che rallentano di molto la sua marcia. Sfidando anche questo inconveniente, riesce a portare uno squadrone di Gendarmi a Cavallo, sul fianco sinistro dei Lancieri di Avenati, e le sue Guide, addirittura, alle spalle di un battaglione di Bersaglieri che timidamente minacciava lo schieramento Papalino.

 

Nel frattempo DePimodan, vedendo il cuore del suo superiore riempirsi di coraggio, dà sfogo al suo impeto guerriero e, facendo sfilare incautamente in colonna di marcia un battaglione rinforzato di Cacciatori davanti ai Bersaglieri schierati e pronti al tiro (che ne causano perdite e disordine), ordina l'assalto generale verso le posizioni tenute dagli esigui Bersaglieri. Gli Zuavi non credono ai loro orecchi. Sangue finalmente!.

 

Sono le 14.30! Il sole di settembre è piuttosto caldo! Avviene qualcosa di inspiegabile...

I gendarmi di De La Moriciere che caricavano sul fianco vengono abbattuti dai Lancieri! Le Guide alle spalle dei Bersaglieri vengono spazzate via dalla batteria piazzata in fretta e furia da Avenati. Alcune schioppettate rimbombano ottenendo niente altro che disordine tra le truppe papaline arenate tra le risaie.

 

Al centro dello schieramento il DePimodan subisce una clamorosa sconfitta. Pur essendo in elevata superiorità numerica e qualitativa è costretto, dopo aver subito perdite, ad indietreggiare quasi in prossimità del fiume attraversato circa un'ora prima. Nel frattempo Cialdini è arrivato in prossimità del fianco sinistro del nemico.

 

Ore 15,30. La manovra avvolgente dei Piemontesi inizia a far breccia sul morale dei papalini. Il Generale CIALDINI attesta sempre più la sua posizione a cavallo della collina, sede di Casa di Sopra, e la valle sottostante, quasi in prossimità del rivolo affluente del Musone. Le unità ben schierate in linea avanzano placidamente nella campagna marchigiana. Frattanto giungono i Lancieri che, avendo avuto diversi fraintendimenti sul da farsi, rallentano la marcia e non raggiungono rapidamente gli obiettivi loro assegnati. Intanto sul fianco destro il Colonnello AVENATI combatte la sua personalissima guerra contro il grosso delle forze papaline.

 

Riorganizzate le forze dei battaglioni di bersaglieri, tenta di fare lo stesso col RGT di Lancieri che blocca la strada verso Ancona; ma questi, impressionati dalla Linea Straniera di papalini, che nel frattempo sono riusciti a togliersi dal pantano dalle risaie, e spediti avanzano ,in linea, verso l'incrocio. A sorpresa, i cavalieri cedono il passo indietreggiando oltre la cresta dell'ultima collina.

Dall'altra parte dello schieramento, il DePIMODAN, dopo aver fatto sfilare verso l'ala destra le forze degli zuavi e i carriaggi tutti, cerca di riorganizzare le forze per un successivo attacco contro i bersaglieri asserragliati. Ma già da queste manovre s'intende come il piano del DeLaMoriciere preveda il sacrificio del suo generale sottoposto e di tutte le sue truppe, in virtu della salvezza del resto dell'esercito.

 

Subito il DeLaMoriciere si dimostra comandante abile e con pochi ordini chiari e semplici riesce a far indietreggiare , a furia di schioppettate e stentate cariche alla baionetta, il grosso dello schieramento nemico piazzato sul fianco destro del campo di battaglia, riuscendo peraltro a mettere in fuga, in ultimo, quel reggimento di Lancieri che ancora in qualche modo bloccava la via per Ancona. Quella via adesso era libera!

 

Mezzora dopo ancora nessun cambiamento nella condotta dei piemontesi che riorganizzano il fianco destro dei bersaglieri e piazzano tutte le artiglierie. Qualche cannonata, qualche schioppettata e ancora disordne tra le fila dei papalini, ma niente di decisivo.

 

Sono da poco passate le 16,00 quando finalmente, a strada libera, 3 RGT di Linea Straniera Papalina riesce ad uscire dal campo, attraverso il crocevia fino a poco più di un'ora fa conteso.

 

E poi l'evento! Ancora una volta drammatico!

Con un ultimo sforzo tutte le unità di cacciatori, carabinieri e zuavi al comando dell'indomito De Pimodan , assaltavano in gran massa le poche sparute unità di bersaglieri, schierate tra Monte Pellegrino e il rivolo propendente a nord. Su tutta la linea è un disastro per il soldati del Papa. Mischie praticamente vinte sulla carta si rivelano una rotta dietro l'altra per il comandante Papalino. Pochi i morti, ma molti i prigionieri e ancor di più gli uomini in fuga tra le fila di cacciatori e carabinieri. I pochi bersaglieri resistono con tenacia e coraggio riuscendo a mandare in rotta gran parte degli uomini del DePimodan, la cui unica speranza di salvezza rimane il dichiarare la ritirata generale.

 

Inizia così un arretramento in direzione del crocevia per Ancona, con i papalini in corsa e i piemontesi col fiato sul collo. A nulla è valso contenere lo slancio dei Piemontesi con qualche assestato colpo di cannone e di moschetto.

 

Gli italiani infatti, dopo essere riusciti a catturare i carriagi papalini, hanno continuato a far disertare le truppe alleate per cui, per sopraggiunta impossibilità di riordinare le fila, cede il morale dei papalini che abbandonano il terreno di battaglia ,avendo si, procurato perdite al nemico, ma non sufficienti ad indurre Re Vittorio Emanuele a desistere dall'idea di governare una Italia sotto un'unica bandiera.

 

Il Piemonte Trionfa. Sono appena le 16,30. Ancora due ore prima del tramonto..........

 

Da qui potete scaricare una breve presentazione animata dello scontro

Il terreno dello scontro e gli schieramenti iniziali

 

Ordini di battaglia

Forze Papaline

Generale DePimodan (12" - 1 base)
Btg. Carabinieri Svizzeri (5 basi - Vet.)
1 Btg. Cacciatori Nativi (5 basi - Vet.)
Btg. Tirailleur Franco Belgi (3 basi - Vet.)
2 Btg. Cacciatori Nativi (5 basi - Vet.)
2 Btg. Jager Austriaci (5 basi - Vet.)
1 Batteria 6-8 lb. (1 base)
Carreggio (2 basi)

Generale DeLamoriciere (12" - 1 base)
1 Btg. 1st.Rgt. Linea Stranieri (5 basi - Vet.)
2 Btg. 1st.Rgt. Linea Stranieri (4 basi - Vet.)
1 Btg. 2st.Rgt. Linea Stranieri (5 basi - Vet.)
2 Btg. 2st.Rgt. Linea Stranieri (4 basi - Vet.)
2 Batteria 6-8 lb. (1 base)

1 e 2 Sq. Rgt. Dragoni (2 basi)
Squadrone Cavalleggeri (1 base)
1 Squadrone Gendarmi a Cavallo (1 base - Vet.)
Guide di DeLamoriciere (1 base)

Forze Piemontesi

Generale Cialdini (15" - 1 base)
1 Btg. 9 Rgt. Linea (5 basi - Vet.)
2 Btg. 9 Rgt. Linea (5 basi - Vet.)
1 Btg. 10 Rgt. Linea (5 basi - Vet.)
2 Btg. 10 Rgt. Linea (5 basi - Vet.)

Rgt. Lancieri di Novara (3 basi - Scelti)
Rgt. Lancieri Milano (3 basi - Scelti)
Rgt. Lancieri V.Emanuele (3 basi - Scelti)

1 Batteria 15 cm. Obice (1 base)
1 Batteria 6-8 lb. (1 base)

Colonnello Avenati (10" - 1 base)
11 Btg. Bersaglieri
(2 basi - Scelti)
12 Btg. Bersaglieri (3 basi - Scelti)
26 Btg. Bersaglieri (2 basi - Scelti)

Le immagini

 

   

Data realizzazione dello scenario: maggio 2006

Ideatore: Luca Mazzamuto

Scala: 15 mm.

Regolamento: Savoia! (riduzione di Fire & Fury per il Risorgimento italiano)

Battle report a cura di: Luca Mazzamuto (testo, animazione e grafica), Giuseppe Tamba (foto)